Il D.L. n. 34/2019 ha previsto che ciascun ente calcoli il rapporto tra spese di personale ed entrate correnti al netto del fondo crediti dubbia esigibilità. La bozza di D.P.C.M. attuativo del D.L. crescita ha precisato che: le spese di personale sono quelle contenute nell'ultimo rendiconto della gestione approvato; le entrate correnti sono la media degli ultimi tre rendiconti approvati; il Fcde è quello stanziato nel bilancio di previsione dell'ultimo dei tre anni utilizzati. Poiché attualmente l'ultimo rendiconto della gestione approvato per gli enti è quello del 2018, approvato entro il 30 aprile del 2019, e tra qualche mese sarà disponibile il rendiconto 2020, saranno da ricalcolare i parametri del D.P.C.M.? La risposta va ricercata analizzando la programmazione dell'anno 2021. Entro il 31 luglio del 2020 dovrà essere approvato il Dup e, in quel contesto, vedrà la luce la prima stesura del Piano Triennale dei Fabbisogni di Personale (Ptfp). Entro il 31 dicembre 2020 sarà adottato (nei termini ordinari) il bilancio di previsione e di conseguenza anche il Ptfp "definitivo". A quel punto, poiché il D.P.C.M. richiede che si faccia riferimento al rendiconto approvato, gli enti saranno tenuti ad utilizzare i dati consuntivi del 2019, approvati entro il 30 aprile 2020 e, in questo modo, gli enti potranno fin dal 1° gennaio 2021 portare avanti le assunzioni sulla base del Decreto attuativo. Non regge, quindi, la tesi che, quando poi, al 30 aprile 2021, si approverà il rendiconto 2020, andranno rifatti i calcoli, perché altrimenti bisognerebbe dire che fino a quel momento l'ente non è stato in grado di conoscere i propri limiti e i propri spazi assunzionali e, di fatto, il tutto si tradurrebbe in un blocco di assunzioni, contro ogni ragionevole obiettivo del Decreto Crescita. La programmazione deve permettere agli enti di poter assumere fin dall'inizio dell'anno ed è per questo che il D.P.C.M. ha individuato parametri certi e non modificabili.
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